Kasparov-Deep Blue: la rivincita del computer
Per la prima volta nella storia il Campione del Mondo di scacchi soccombe ad una macchina in un torneo su tempi regolamentari

Kasparov-Deep Blue: la rivincita del computer Nella replica del famoso "incontro del secolo" svoltasi dal 3 all'11 maggio a New York, la nuova versione del supercomputer scacchistico Deep Blue messo in campo da IBM ha avuto la meglio su un Kasparov sottotono. Una vittoria di misura che però costituisce una vera pietra miliare nella ricerca in intelligenza artificiale.

Si sono da poco spente le luci all'Equitable di New York: lì è il pomeriggio dell'11 maggio, qui da noi sono da poco passate le dieci di sera. I mass-media non hanno ancora rimbalzato la notizia laconicamente battuta dalle prime agenzie, ma il popolo di Internet che ha assistito in diretta ad un evento storico prosegue in un tam-tam planetario che durerà presumibilmente assai a lungo. Pochi minuti prima, sotto gli esterrefatti occhi virtuali delle centinaia di migliaia di appassionati di scacchi collegati al sito Web dell'IBM o ad uno dei suoi numerosi mirror, il grande Garry Kasparov, già Campione del Mondo di scacchi e da tutti ritenuto il più forte giocatore di tutti i tempi, si è arreso dopo sole diciannove mosse nell'ultimo e decisivo incontro del Torneo della Rivincita contro il supercomputer Deep Blue.

Si tratta in effetti di un evento davvero storico. Mai nella storia degli scacchi, da tutti considerati il gioco intelligente per eccellenza, era avvenuto che un Campione del Mondo in carica venisse battuto da una macchina in una sfida con regole "umane" e tempi regolamentari. Era in effetti l'evento che tutti i ricercatori di Intelligenza Artificiale speravano che prima o poi accadesse, per dare nuova dignità alle loro tesi e dimostrare che anche i freddi computer possono eccellere sulla imprevedibile strategia della mente umana.

Tuttavia il successo è solo a metà. Nonostante i primi entusiastici commenti a caldo dei Grandi Maestri che seguivano in diretta i vari incontri, i quali esaltavano il gioco del computer, a mente più fredda sembrerebbe addirittura di poter dire che la nuova versione di Deep Blue, dalla potenza più che raddoppiata rispetto a quella che lo scorso anno giocò la prima "sfida del secolo", abbia giocato sostanzialmente peggio rispetto alla precedente edizione. Forse più che di bravura della macchina sarebbe il caso di parlare di demerito di Kasparov, il quale dopo la vittoria iniziale nel primo dei sei incontri ha subito una sconfitta seguita da una serie di tre pareggi in fila, che si è conclusa solo all'ultimo incontro con una clamorosa sconfitta per abbandono. I pur rispettabili quattrocentomila dollari in palio per il perdente non hanno così placato il furibondo Kasparov, noto per il suo carattere già solitamente scontroso e incostante, che in preda all'ira ha addirittura accusato di imbrogli il "mediatore" umano che si occupava di trasferire sulla regolamentare scacchiera di legno da torneo le mosse indicate da Deep Blue sul proprio schermo. Al team vincitore sono andati invece ben settecentomila dollari ma soprattutto una salutare iniezione di gioia e soddisfazione, che ricompensa almeno in parte l'amarezza per la sconfitta dello scorso anno quando fu Deep Blue a gettare via una posizione favorevole e forse una vittoria in seguito ad una serie di mosse incomprensibili.

Quest'anno il campione russo si era in effetti trovato di fronte un osso duro. Nell'anno trascorso letteralmente chiuso nei sotterranei dei laboratori IBM a Yorktown Heights, il team responsabile dello sviluppo di Deep Blue aveva fatto di tutto per mettere a punto una vera e propria macchina anti-Kasparov, dalla potenza di calcolo raddoppiata rispetto alla versione precedente e dagli algoritmi tarati sullo stile di gioco del proprio avversario. A nulla è servito che Kasparov tentasse di confondere il suo antagonista di silicio con aperture raramente usate o varianti anticonvenzionali; la micidiale capacità elaborativa del supercomputer parallelo ha rintuzzato ogni velleità del campione umano, portandolo soprattutto verso un cedimento psicologico che si è infine manifestato sotto forma di un clamoroso errore nell'ultimo incontro. I risultati di lunga portata di questa sconfitta epocale sono ancora da discutere; sembra tuttavia che i soli contenti siano gli informatici, mentre a tutti gli altri (dai filosofi agli scacchisti) la cosa non ha fatto più impressione di tanto. Buon segno, tutto sommato: ad esempio la temuta reazione inconsulta della stampa e della TV sostanzialmente non c'è stata, e i pochi commenti uditi qua e là non erano di tono apocalittico come si poteva temere ma anzi sottolineavano che la macchina rimarrà sempre inferiore all'uomo (e meno male!...).

La pagina Web con l'annuncio su Internet della vittoria di Deep Blue su Kasparov.

A questo punto naturalmente manca la "bella", ed infatti la IBM ha già ufficialmente chiesto a Kasparov se intende prestarsi ad un terzo incontro con Deep Blue da disputarsi orientativamente tra un anno.
Kasparov però non ha ancora fatto sapere la sua intenzione.
D'altronde è comprensibile: lui ci ha messo trentaquattro anni per diventare quello che è, e non può mica raddoppiare la sua potenza di calcolo in una manciata di mesi...

Cronaca di un suicidio annunciato...

Ecco nel listato il resoconto della partita più discussa del match, quella conclusiva, che dopo una lunga parità ha infine fatto pendere la bilancia del punteggio a favore di Deep Blue. Ma dire che sia una bella partita è del tutto fuori luogo: in realtà si tratta di una partita cortissima (Kasparov ha abbandonato alla diciannovesima mossa) e piuttosto atipica, nella quale più che l'abilità del giocatore artificiale risalta un clamoroso errore di quello umano che la macchina ovviamente non ha mancato di sfruttare con la sua logica inesorabile e micidiale. Ovvio quindi il disappunto di Kasparov, che resosi conto della situazione ormai compromessa ha preferito gettare la spugna piuttosto che subire l'inevitabile sconfitta sul campo, la quale sarebbe certamente stata tanto schiacciante quanto disonorevole.
Kasparov, si è detto, ha giocato il tutto per tutto: pur muovendo i neri, e dunque partendo svantaggiato, è uscito per primo dal "libro" delle aperture consolidate ed ha impostato una partita di attacco, nella speranza forse di sorprendere la macchina con un comportamento imprevisto. In lieve vantaggio di materiale, ma contro un bianco ben sviluppato sulla scacchiera, Kasparov tuttavia per svista o per errato calcolo perde ben presto la regina: è troppo per il campione del mondo, il quale cede di schianto sotto il peso psicologico del proprio errore e decide di darsi per vinto.
La domanda a questo punto è: può davvero un giocatore del calibro di Kasparov, unanimemente considerato il più grande scacchista di tutti i tempi, cadere in una trappola del genere? O la scelta di essere sconfitto in maniera così clamorosa non è piuttosto stata accuratamente calcolata e meticolosamente messa in scena da un Kasparov ormai alle corde, in una sorta di pirotecnico suicidio rituale di fronte all'agghiacciante prepotenza del supercomputer che, sono parole dello stesso Kasparov, "gioca come un Dio"?

Deep Blue - Kasparov, Garry
IBM Kasparov vs. Deep Blue Rematch
New York, NY USA
6º incontro (11 maggio 1997)

1. e4 c6 2. d4 d5 3. Cc3 dxe4 4. Cxe4 Cd7 5. Cg5 Cgf6 6. Ad3 e6 7. C1f3 h6 8. Cxe6 De7 9. O-O fxe6 10. Ag6+ Rd8 11. Af4 b5 12. a4 Ab7 13. Te1 Cd5 14. Ag3 Rc8 15. axb5 cxb5 16. Dd3 Ac6 17. Af5 exf5 18. Txe7 Axe7 19. c4 1-0

Situazione dopo 17. Af5. Il nero proseguirà accettando il sacrificio di alfiere (17. ... exf5) ma perderà immediatamente la donna (18. Txe7) abbandonando poco dopo.










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